NON GETTARE
TESSILI NELLA SPAZZATURA, PER DAR LAVORO AI DISOCCUPATI
Di Giovanni
Pellegri
Caritas Ticino è attiva nella lotta alla disoccupazione dal 1988 con
un Programma Occupazionale (PO) chiamato "Mercatino". Nel corso di
questi 9 anni, 876 persone hanno usufruito del PO e il 36% (259 persone) degli
utenti che l'hanno ultimato ha ritrovato lavoro. Il PO è attualmente
situato in cinque sedi distinte (Lugano, Locarno, Cadenazzo, Giubiasco, Pollegio),
e nel corso di quest'anno offrirà 150 posti a rotazione, permettendo
di inserire nel progetto un numero complessivo di 450 persone disoccupate. Fra
le 15 attività che dal 1988 sono state create nel PO alcune si sono sviluppate
attorno al tema del riciclaggio e della protezione dell'ambiente. In particolare
abbiamo sviluppato attività industriali di frazionamento di frigoriferi
(3000 frigoriferi nel 1996), di riciclaggio di materiale elettronico (150 tonnellate
nel 1996) e il trattamento dei tessili (450 tonnellate nel 1996). Partendo da
qualche dato a nostra disposizione abbiamo valutato che proprio quest'ultima
attività potrebbe essere ulteriormente sviluppata permettendo la creazione
di nuovi posti di lavoro e una conseguente diminuzione dei rifiuti gettati nelle
discariche.
2000 T DI TESSILI FINISCONO OGNI ANNO NEI RIFIUTI IN TICINO
Si valuta che ogni anno in Svizzera sono acquistati circa 100'000 tonnellate
di tessili, che corrispondono all'acquisto di circa 15 kg di tessili all'anno
e per persona. Dove finiscono gli abiti, le tende la biancheria che spostiamo
dall'armadio per dar spazio ai nuovi acquisti? Le numerose collette presenti
nel cantone permettono di evitare che una parte di questi tessili finisca alla
discarica, ma i due dati che seguono dimostrano che malgrado gli sforzi, una
buona parte di tessili finisce ancora oggi nel sacco della spazzatura.
Il primo dato: nel 1995 gli svizzeri hanno raccolto separatamente 25'000 tonnellate
di tessili, ma nello stesso tempo ne hanno comperati un quantitativo 4 volte
maggiore. Dove sono finiti quindi le 75'000 tonnellate di tessili che non ritroviamo
nelle raccolte separate?
Secondo dato: dalle ultime analisi fatte nel 1993/94 sulla qualità dei
rifiuti dei sacchi dell'immondizia, risulta che il 3% di tali rifiuti è
ancora composto da tessili non diversamente recuperati. Tradotto in tonnellate
il 3% che troviamo alla discarica corrisponde esattamente a quella quantità
di tessili che non troviamo nelle raccolte separate. Niente misteri quindi.
Nessuno sotterra gli abiti usati in giardino o li nasconde in cantina. Finiscono
nella spazzatura! In Ticino, il 3% equivale a circa 2000 tonnellate di tessili
che potrebbero, almeno per quanto riguarda i rifiuti domestici, essere in buona
parte recuperati e riciclati.
UN NUOVO CONCETTO: LA RACCOLTA PERMANENTE
Per tentare. di far uscire dal sacco della spazzatura questa montagna di abiti,
abbiamo proposto a 44 comuni ticinesi, in accordo con il Cantone, di procedere
ad una raccolta regolare e periodica con consegna e ritiro di sacchi per tessili
vari. Questo tipo di raccolta non ha nulla a che vedere con le collette tradizionali
di abiti organizzate ogni anno da più associazioni che continueranno
ad essere proposte. Si tratta invece inserire un nuovo prodotto nella raccolta
separata di rifiuti domestici, evitando che parecchie tonnellate di tessili
finiscano nel sacco dell'immondizia, così come è avvenuto per
altri rifiuti (il vetro, la carta, l'alluminio, le pile, ecc.) nonostante le
reticenze iniziali e l'inevitabile periodo di rodaggio per arrivare alla situazione
attuale.
Una raccolta quindi che si inserisce in quel processo educativo in corso da
alcuni anni che tenta dì diminuire i quantitativi di rifiuti urbani,
potenziando le raccolte separate e sviluppando una coscienza ecologica ed economica
maggiori nei cittadini.
Sicuramente questa iniziativa porterà ad un alleggerimento dei costi
sui rifiuti a carico dei Comuni e permetterà un riciclaggio maggiore
di rifiuti, dando nello stesso tempo lavoro a persone disoccupate.
La proposta è attualmente in fase di elaborazione e ai Comuni interessati
verrà proposto un periodo di prova che ci permetterà di valutare
le modalità di intervento. La soluzione che si prospetta è quella
di distribuire dei sacchi nei differenti Comuni e di procedere ad una raccolta
da parte di una o più squadre di disoccupati in modo periodico. La presenza
di un sacco per tessili nelle case tutto l'anno, potrebbe permettere di far
cambiare abitudine alle persone che gettano gli abiti nella spazzatura.
CON
GLI OCCHI NEL SACCO Cosa buttiamo nel sacco della spazzatura? Per saperlo qualche anno fa fu indetto un censimento sulla composizione dei rifiuti solidi urbani in 32 comuni svizzeri tra cui 4 comuni ticinesi. Praticamente vennero analizzati e suddivisi in 13 frazioni differenti i rifiuti provenienti dai comuni prescelti. Lo studio completo pubblicato nel 1996 (Statistiques des déchets 1994, Documents environnements, no.52, 1996) ha messo in evidenza che nel sacco noi buttiamo soprattutto carta e cartone (29%), scarti vegetali (22%) e plastica (14%). I dati sono in percentuale peso dei rifiuti solidi urbani. Il vetro ancora abbondantemente gettato nel sacco nel 1983 (rappresentava il 9% peso dei rifiuti) è ora in gran parte raccolto separatamente e rappresenta solo il 3% dei rifiuti solidi urbani. Sorprendentemente i tessili presenti nel sacco della spazzatura non sono diminuiti in questi ultimi dieci anni. Si è valutato che tale quantità rappresenti 2000 tonnellate di tessili finiti alla discarica all'anno in Ticino. Questo è probabilmente dovuto al fatto che, sebbene le differenti collette di abiti usati raccolgono grosse quantità di indumenti, gli abiti comperati e in seguito gettati sono in costante aumento. |
MENO
TESSILI GETTIAMO E PIÙ POSTI DI LAVORO CREIAMO |